giovedì 25 ottobre 2012

Dolcetto o scherzetto?


Mi perderò Balloween,  Agroween e tutti quei party dai nomi pittoreschi che nella Big abbondano durante la festa di Ognissanti, e i cui inviti già serpeggiano insidiosi sui social network. Mi perderò anche i party a tema anni ’90 alternati a quelli anni ‘80 che si terranno nella Ridente.
Per la prima volta, dopo qualche anno, finalmente, non mi travestirò. Non dovrò farlo perché parto per il ponte e in valigia la zucca scavata non mi ci sta, quella spero di mangiarla. Odio travestirmi. So che molti di voi lo trovano divertentissimo, a me non piaceva nemmeno quando ero piccola, sarà perché alla tenera età di 5 anni mia madre mi vestì da Sveglia. Tutte principesse e fatine e io Sveglia alla festa di Carnevale dei bambini (Halloween era ancora lontano).
Ammetto che era un gran bel costume, cucito da lei, di colore rosso e giallo con un enorme quadrante sul davanti  dotato anche di lancette. Ero a disagio,  perché non è mica facile saper portare un costume da sveglia! Sono tutte brave a fare le principesse, con quei gonnelloni rosa e bianchi di tessutaccio altamente infiammabile, le loro bacchettine sbirluccicanti e le parrucche importanti, mentre io in testa avevo solo una cuffietta che simulava le due rotelline dell’ingranaggio.
Poi, ad aggiungere difficoltà al disagio, arrivò Halloween, che piace tanto a grandi e bambini.
Mi stride ancora un po’ questa idea di festeggiare una tradizione di altri, ché a questo punto allora celebriamo anche il thanksgiving day, le feste catalane, il santo patrono russo. Sì, ci sarebbero molte più vacanze e party, questo potrebbe essere un bel vantaggio. Ma il vero nocciolo della questione, che poi è il problema per me, è che questa festa acquisita richiede un travestimento.
Gli ultimi due Halloween li ho trascorsi in America, dove almeno poteva aver un significato celebrarlo, e ho fatto un paio di scoperte interessanti :
  • il tema orchi e streghe tra gli adulti è il meno perseguito.
  • no fighetteria
Ma soprattutto, per le donne, vale essere slutty. Così mi ha detto un amico di Dallas.
Riporto la traduzione fedelmente:
Halloween è una scusa per le fanciulle americane di esprimere liberamente se stesse e dimostrare apertamente e senza costrizioni la loro non sempre recondita natura da troie.
Ah.
E c’è bisogno di una festa nazionale? C’è bisogno tutto in una sera di dare il peggio del peggio?
Dai il meno peggio un po’ sempre, dico io. Vedi poi vivere da represse che scompensi genera.
Come privarsi della Nutella e poi dopo un anno di astinenza divorare in una sera il barattolo da 5 kg mandando alle ortiche Dukan e soci.
Comunque, ne consegue che i costumini che circolano quella notte sono i grandi classici, rivisitati però in maniera porca. Quando parlo di classici mi riferisco proprio all’infermiera in giarrettiera (sì lo so, fa tanto Angela Cavagna ma là ha ancora un suo perché), la porno tirolese, la piratessa vacca, la gattina miagolante, la pattinatrice sgualdrina, la sexy soldatessa, lattex e fruste come se piovesse (ma questo anche al Plastic un venerdì sera qualunque).
Per caso pensavate che a New york quella notte si vestissero chic and vintage?
Io posso dirvi che proprio a New York ho provato la piratessa vacca comprando il costumino già fatto e confezionato in un costume shop che aveva la fila da due giorni, e l’anno dopo la slutty hippie a Dallas, rinunciando così al prezioso suggerimento dell’amico di cui sopra di vestirmi da slutty tourist. Non ero veramente molto provocante come hippie, loro malgrado. Ma è l’unico travestimento che mi viene bene, tanto che l’ho riproposto nella Ridente l’anno successivo.
Quindi, quello che mi piacerebbe accadesse quest’anno, è la celebrazione della tradizione americana nella sua interezza, festeggiata fedelmente. No sporcature italiane, pudori da Circolo del Golf o fighetteria pubblicitese nella scelta del costume. Lasciamo alla polvere i mantelli da streghette e i soggetti troppo raffinati, tipo Bonnie &Clide, Charlie Chaplin o la ballerina anni '20. Largo nella Ridente e nella Big  a vigilesse, infermierine, tirolesi, soldatesse e chi ne ha più ne metta.
Tutte in versione rigorosamente zoccola.
Eddai, abbiate il coraggio.

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