lunedì 9 settembre 2013

L'uomo con le provviste




Durante il mio peregrinare in questa bella estate fatta di riflessioni e tranquillità, di qualche scivolata sulla solita specie di homo minus, di sole, frutta, risate e scoperte, sono tornata piena di buoni propositi, obiettivi e la promessa di non incasellare più gli uomini dentro categorie pre impostate nella mia testa - come peraltro ho appena fatto - , chè temo non porti a nulla di buono.
Tra uno shake al mango e una papaya salad, con la mia socia di avventure Thai sono emerse alcune importanti considerazioni.
Partirei da quella che ci ha portato a conoscenza dell’uomo definito l’uomo con le provviste.
(Non sto incasellando).
La storiella ci viene raccontata da amici con cui abbiamo trascorso qualche giorno in una delle tappe, ed è più o meno questa: tre giovani compagni di scuola partono per l’interrail, il primo vero viaggio, nello zaino solo spensieratezza, libertà, leggerezza.
Così tanta che due di loro finiscono i soldi e le provviste di cibo a pochi giorni dalla fine della vacanza.
Il terzo, invece, seppur agli sgoccioli, aveva cercato di non sperperare, e , pur divertendosi, sveva fatto buon uso delle sue risorse. Il solito sfigato, il solito preciso. Gli avanzavano le provviste economiche e di cibo giuste per finire il viaggio.
I due amici che non avevano tenuto conto di nulla se non di vivere giorno per giorno, cogliendo tutto il possibile, consumando, e pensando che si vive una volta sola, senza capire che quella volta è adesso, decidono, in un momento di distrazione del saggio amico, di rubare le sue scatolette di tonno.
Si salvano così confidandoglielo solo anni dopo, tra una risata e una pacca sulla spalla.

Sorridiamo anche noi perché è l’ennesimo aneddoto sul solito amico meno sprovveduto che anche noi conosciamo, e tra un racconto stupido e un altro ancora di più, al tramonto, con i piedi nella sabbia ci guardiamo, tutti e quattro, rendendoci conto che c’è un’altissima morale in tutto ciò.
Dice uno di loro, non nascondendo l’amarezza: “Lui alla fine si è sposato. Si è impegnato. Mi sa che siamo noi due i disperati. A rubare una scatoletta di tonno, perché chissenefrega.
E così stiamo conducendo la nostra esistenza.
Si capiva già da quell’episodio chi dei tre avrebbe concluso qualcosa nella vita, lui che aveva le provviste. Dunque è l'uomo con le provviste quello che si sposa.“
In realtà abbiamo riso molto per l'intensità con cui stavamo interpretando quell'episodio. Ma, se devo andare a fondo, sospetto che questo tipo di uomo sia quello che si salva e ti salva. È quello che si impegna, che si realizza e che, anche se preso da distrazioni, sa come arrivare a te, e sa che vuole te. L’uomo con le provviste è perciò quello che si sposa, nel senso più ampio di prendersi un impegno. Non è quello che lo fa perchè deve, non è quello che tiene in piedi un rapporto stanco, ma è quello che se non ama più sa riconoscerlo e dirlo, è quello che ci prova a far funzionare le cose, è colui che guarda avanti.
Potrei quindi pormi come obiettivo autunno/inverno quello di desiderare un uomo con le provviste (non sto incasellando).
Sapere cosa si vuole è già un passo avanti ma è certamente complesso; ora, se penso alle prime tre cose futili che vorrei è che mi portasse in Islanda con la luce di giugno, a Lisbona per un weekend romantico e che amasse la piccola Perla in modo incondizionato.
Sempre provvisto di provviste, chiaramente.
Direi che esistono donne molto ma molto più esigenti, no?




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