Durante il mio peregrinare in questa bella estate fatta di riflessioni
e tranquillità, di qualche scivolata sulla solita specie di homo minus, di
sole, frutta, risate e scoperte, sono tornata piena di buoni propositi,
obiettivi e la promessa di non incasellare più gli uomini dentro
categorie pre impostate nella mia testa - come
peraltro ho appena fatto - , chè temo non porti a nulla di buono.
Tra uno shake al mango e una papaya salad, con la mia socia
di avventure Thai sono emerse alcune importanti considerazioni.
Partirei da quella che ci ha portato a conoscenza dell’uomo
definito l’uomo con le provviste.
(Non sto incasellando).
La storiella ci viene raccontata da amici con cui abbiamo
trascorso qualche giorno in una delle tappe, ed è più o meno questa: tre
giovani compagni di scuola partono per l’interrail, il primo vero
viaggio, nello zaino solo spensieratezza, libertà, leggerezza.
Così tanta che due di loro finiscono i soldi e le provviste di cibo a
pochi giorni dalla fine della vacanza.
Il terzo, invece, seppur agli sgoccioli, aveva cercato di non
sperperare, e , pur divertendosi, sveva fatto buon uso delle sue
risorse. Il solito sfigato, il solito preciso. Gli avanzavano le provviste economiche e di cibo giuste per finire il
viaggio.
I due amici che non avevano tenuto conto di nulla se non di vivere
giorno per giorno, cogliendo tutto il possibile, consumando, e pensando che si
vive una volta sola, senza capire che quella volta è adesso, decidono, in un
momento di distrazione del saggio amico, di rubare le sue scatolette di tonno.
Si salvano così confidandoglielo solo anni dopo, tra una risata e
una pacca sulla spalla.
Sorridiamo anche noi perché è l’ennesimo aneddoto sul solito
amico meno sprovveduto che anche noi conosciamo, e tra un racconto stupido
e un altro ancora di più, al tramonto, con i piedi nella sabbia ci guardiamo,
tutti e quattro, rendendoci conto che c’è un’altissima morale in tutto
ciò.
Dice uno di loro, non nascondendo l’amarezza: “Lui alla fine si è
sposato. Si è impegnato. Mi sa che siamo noi due i disperati. A rubare una
scatoletta di tonno, perché chissenefrega.
E così stiamo conducendo la nostra esistenza.
Si capiva già da quell’episodio chi dei tre avrebbe concluso qualcosa
nella vita, lui che aveva le provviste. Dunque è l'uomo con le provviste quello
che si sposa.“
…
In realtà abbiamo riso molto per l'intensità con cui stavamo
interpretando quell'episodio. Ma, se devo andare a fondo, sospetto
che questo tipo di uomo sia quello che si salva e ti salva. È quello
che si impegna, che si realizza e che, anche se preso da
distrazioni, sa come arrivare a te, e sa che vuole te. L’uomo con le
provviste è perciò quello che si sposa, nel senso più ampio di prendersi un
impegno. Non è quello che lo fa perchè deve, non è quello che tiene in piedi un
rapporto stanco, ma è quello che se non ama più sa riconoscerlo e dirlo, è
quello che ci prova a far funzionare le cose, è colui che guarda avanti.
Potrei quindi pormi come obiettivo autunno/inverno quello
di desiderare un uomo con le provviste (non sto incasellando).
Sapere cosa si vuole è già un passo avanti ma è certamente
complesso; ora, se penso alle prime tre
cose futili che vorrei è che mi portasse in Islanda
con la luce di giugno, a Lisbona per un weekend romantico e che amasse la
piccola Perla in modo incondizionato.
Sempre provvisto di provviste, chiaramente.
Direi che esistono donne molto ma molto più esigenti, no?
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