lunedì 17 settembre 2012

L’erba del vicino è sempre la più verde

La mia destabilizzazione tra una realtà e l’altra è stata alimentata da un fenomeno in grande ascesa negli ultimi anni. Fenomeno che sicuramente conoscete, ma io vorrei darvi un'altra lettura della faccenda.
Vi svelo subito chi è l’assassino: Milano si “appropria” di  ciò che non ha, lo valorizza, si esalta, lo esalta  e lo trasforma subito in qualcosa di cool, per gente cool, che fa cose cool. E da dove prende ciò che non ha? Dalla provincia, ma tu guarda.
Esempio pratico numero 1: il bio.

“La Cascina Cuccagna è l'espressione più recente di quello che si intende per Luogo di incontro e di aggregazione, un laboratorio attivo di cultura, un punto di riferimento per la ricerca comune di benessere sociale e di qualità della vita.”

Tradotto: non sembra di essere nel centro di quella Milano caotica, grigia, confusa che ben conosciamo. Luogo che a me piace molto -a parte l’interminabile fila per abbeverarsi- la Cascina Cuccagna ha un’atmosfera che mette serenità. Diciamo che non ne capisco la grande novità. Cioè, la capisco eccome per la big city, ma per me e chi per come me viene dall’Emilia verde e incantata? Parliamo di una cascina-sono cresciuta avendo le colline a un passo, piene zeppe di cascine se vi interessa-, con grande spazio verde, prodotti bio e atmosfera tranquilla e rilassata anch’essa un po’ bio.
In sostanza tutto ciò che nella Ridente abbonda e abbaglia.

Ma andiamo avanti.
Esempio pratico numero 2: il latte crudo.
Le milk machines, come le chiamano di qua, o distributore-del -latte -della -mucca come le chiamano di là. Sta di fatto che è la stessa (meravigliosa)roba.
Solo che di là c’è da sempre o comunque da tanto, di qua negli ultimi anni cominciano timidamente a spuntare ma soprattutto ad essere considerate e allora giù articoli, recensioni, è-figo-andare-in-vespa-a-prendere-il-latte-crudo e cose così. Si sarà anche figo, ma la novità qual è? Io ne ho una sotto casa di là, proprio in città, e ci vado abitualmente da anni.
Vorrà dire che sono sempre stata inconsciamente cool?

Esempio pratico numero 3: la balera
Nel 2011 la rivista Toilet Paper ha inaugurato proprio lì: in una balera anni Settanta, la storica Sala Venezia di Milano, nuovo cult rivisitato che sta piacendo sempre di più per party retrò chic.
Devo aggiungere altro?

Esempio pratico numero 4: la bocciofila

Voglia improvvisa di giocare a bocce però proprio a MILANO? Non, che ne so, nei dintorni di una ridente cittadina emiliana? No, a Milano. Perché di là ci sono dei graziosi e pittoreschi 90 enni, di qua invece è un po’ tutto retrochic.
http://www.ubarba.it/
Esempio numero 5: l'orto

Ed ecco qua l'esempio per eccellenza di recupero di una dimensione tipica di campagna trasferita in città. Parlo dell'Erba Brusca, delizioso ristorante all'aperto che si affaccia su un orto nel cuore della big city.
(Se però si è in dolce compagnia suggerisco di mangiare nel giardinetto interno, molto più silenzioso e altrettanto vintaZ).

E potrei andare avanti ancora, dal cinema all’aperto alla bicicletta, tra l’altro tutte cose molto emiliane, tutte cose molto vintaZ.
La morale è nel titolo, ma anche che la mia vita è ribaltata. Gira che ti rigira, quando sono nella big city mi trovo a vivere la realtà di “quartiere”, un po’campagna, un po’ bio e tanto retro.
E quando vado nella ridente cittadina, dove tutte le cose sopra elencate sarebbero a portata di mano e in quantità anche maggiore, eh no, lì mi ritrovo a vivere la vita da città, in locali dallo stile “milanese”, ultra moderni e con l’happy hour.
Aiuto, sono confusa.

1 commento:

  1. tutto ciò mi sembra molto bello. ero in balera ieri sera, frequento la bocciofila. che in città ci sia la voglia di sentirsi (anche) un po' in campagna non vuol dire che la città rinneghi se stessa, ma che voglia ritrovare parti di sé che stava perdendo . le bocciofile e le balere son sempre esistite a milano, le stiamo solo riscoprendo.
    perché i paesi di campagna vogliano darsi tono da città, non saprei.

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