Non ho imparato niente da Demi Moore

Mentre nella Ridente la vita scorre a rilento, nella Big la velocità si alterna a lentezza, da mandarti però   in confusione.

E così ti ritrovi una sera nella Big, a una festa. Ormai superati i 30 anni le feste/ritrovi/serate sono siffatte:

cene a casa di amici, a base di chiacchiere, musica, vino, e, per chi vuole anestetizzarsi dalla realtà, droga. A gradire.

Oppure ci si vede a teatro, concerti, aperitivi nei soliti ormai rassicuranti locali.

Ma la serata trascorsa ieri sera è qualcosa che va oltre.

Mi sono ritrovata intrappolata negli anni '90, a ballare a una festa del liceo in un locale notissimo nella Big per concerti-ma non quella sera evidentemente. Con tutta l’amarezza che ne consegue.

Circondata da ragazzini e ragazzine classe NOVANTUNO pelle di pesca, sguardo disteso di chi ha tutta la vita davanti, ecco che ti senti vecchia come non mai.

Li osservi e non capisci come mai tutto sia andato così in fretta e come sia possibile che alla fine, gira che ti rigira, ti trovi a ballare le canzoni che ascoltavi in quinta ginnasio, fai le 3 come se l’indomani non ci fosse un domani in ufficio, e ti senti pure gratificata quando ti scambiano per quella un po’ più grande, ovvero la 25 enne della serata.

Per fortuna (?) che non sono realmente la più anzianotti.

Poco più in là,  mossi da una spinta liberatoria quasi quanto la mia, grappoli di genitori che ballano ai lati del locale, osservando i loro figli intenti a scatenarsi, limonare, divertirsi.

La spensieratezza che animava questi piccoli uomini è quanto più ho invidiato e rimpianto.

Balliamoci su.