lunedì 28 aprile 2014

Come la rucola tra i denti.

Gli accenti sono importanti. Nella lingua come nella vita. Metafora di attenzione, cura, correttezza, non se ne sentono nè trovano quasi più. Che se si pronuncia èdile invece di edìle non è una cosa da poco: la nostra lingua è meravigliosa, articolata, piena di sinonimi e parole puntuali, che vogliono dire esattamente questo e non quell'altro. Un saggio mi disse che l'arido love inglese va bene un po' per tutto e che la nostra fortuna è quella di poter attingere a un patrimonio infinito di parole, da usare al momento giusto, scegliendo la sfumatura che più ci piace. Poi senti gli strafalcioni quotidiani e ti viene l'amarezza. E se lo fai notare sei una maestrina, se non lo fai notare assisti complice e silente al disfacimento culturale imperante. Secondo me andrebbe detto, in modo carino, ma andrebbe fatto. Un po' come la rucola incastrata tra i denti mentre indossi il più bello dei tuoi abiti (ma anche il più brutto), ecchecavolo, se non me lo dici, è cattiveria!
Eppure, quanta sciatteria. Si affronta in modo approssimativo tutto quanto, le amicizie sono senza accenti, il lavoro è senza accenti, il rapporto con la famiglia, in un negozio, dal parrucchiere.
La mancanza degli accenti mi snerva e mi rende triste.
Ma soprattutto mi rende cattiva.
Non si tratta di prendere in modo serioso tuto quanto, ma in modo educato, e corretto. Mettere gli accenti al loro posto, è così, non si dovrebbe neanche discutere. Poi ridiamo e scherziamo, arrabbiamoci e litighiamo, ma questo non c'entra con dire e fare le cose in modo giusto, o quantomeno, non dannoso. E invece.
E invece le amicizie sono tirate via alla stregua di èdile/edìle, perché alle volte si pensa che sia sufficiente un like per far sentire l'affetto e la vicinanza, o frasi fatte buttate lì a casaccio, o che non sia poi così grave dire "certo ci vediamo domani" e poi sparire. Avrà capito che avevo altro da fare, per poi sperticarsi in inutili balle giustificative. Tanto, che cambia? Cambia che all'ennesima mancanza di accento decido di non avere più nulla da spartire con i maleducati, faciloni e approssimativi, o semplicmente decido di trattarli per quello che sono, senza accento. Questo cambia.
Se vai dal parrucchiere e ti sbagliano la tinta, beh va beh se non ti piaci torni poi la prossima settimana: se non mi piaccio? no, non è così, è che basterebbe ammettere che forse qualcosa è andato storto, per tua ignoranza e sciatteria, e fino alla fine non metti l'accento perché sei inetto e incapace di scusarti.
Manca di accento anche chi intorno a me si sente un capetto arrivato, senza cultura, senza argomenti, senza arte nè parte, con una faccia lombrosianamente non accettabile eppure, eccoli qua, guadagnano tre volte me, e si armano del più bieco maschilismo per farmi tacere.
Manca di accento anche chi pensa che tradire sistematicamente la propria compagna sia una sciocchezza, e risponde "ma io la amo" perché allora lì, davvero, non ha capito niente della lingua italiana.
E potrei andare avanti all'infinito.
O provare a metterceli io questi accenti e a toglierli dove non servono più.



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