martedì 10 giugno 2014

La volpe e l'uva

« Spinta dalla fame, una volpe tenta di raggiungere un grappolo d'uva, ma ogni sforzo è vano. Constatando di non poterla raggiungere, esclama: "Tanto è ancora acerba!".
Esopo ci aveva visto lungo, e io osservo e rimango basita dalla capacità altrui di rigirare la frittata, o, per dirla meglio, dall'incapacità altrui di non riuscire a superare le difficoltà, accusando così le circostanze.

Ecco, questa è una modalità che non mi appartiene.  Ed è grave, perché mi taglia fuori da tante dinamiche, opportunità (ma lo saranno veramente?) e certamente malumori. Ché chi riesce a raccontarsela sta certamente meglio.
Non che ne sia totalmente immune, di cose personali in me radicate me la racconto eccome. Ma nella mia cameretta, diciamo. Non al mondo fuori, molto spesso convincendolo pure.
Ecco una casistita di situazioni da me osservate, carpite, analizzate, vissute, che, non nascondo, mi lasciano un senso profondo di amaro misto ad ammirazione e una grande domanda: come si fa?

- LE RELAZIONI: esci da poco con uno, ti piace da impazzire. Fai una testa così alle amiche, saltellI solo al pensiero di poterti sposare con lui in una spiaggia isolata alle Hawaii e dopo un mese di frequentazione il lui di turno sparisce come houdinì. Io direi: è sparito.
Le altre dicono: non lo chiamo più perchè è uno stronzo, non risponde, si fa vivo a singhiozzi. Basta, uno così non mi merita. Lo lascio (IO lo lascio, dunque).

- IL LAVORO: succede che si possa essere "lasciati a casa". Specie con contratti a tempo, ma non solo. E quando allora ti sembra di avere trovato il lavoro della vita, e con tutto questo mondo e anche quell'altro racconti mirabolanti progetti, stipendio stellare, incontri pazzeschi, può succedere di essere bruscamente e gentilmente invitati ad andarsene. Io direi: non mi hanno confermata.
Altri dicono: non voglio più stare in quel posto, in verità il clima è pessimo, sì bello all'inizio, ma ora sono stufa di lavorare lì dentro, sono un talento sprecato.

- IL MATRIMONIO: hai già praticamente imbastito tutto, ti manca solo la giarrettiera e il parrucchiere. Hai coinvolto le amiche per capire se ispirarti a kate moss o a Carrie per la scelta dell'abito. Ma la proposta non arriva. Ecco dunque che improvvisamente questa palese idiosincrasia del fidanzato all'idea di impalmarti per sempre diventa una carrellata di: sì ma vogliamo aspettare, quest'anno si sposano tutti, e poi ripensandoci vorremmo fare una cosa tra pochi intimi, a dire il vero non sono tanto convinta di questo passo, convivere tutta la vita è la migliore soluzione.
Io direi: quel maledetto non riesco a convincerlo.

- LA RIDENTE vs LA BIG: ti proponi come super cool, una vita spericolata between Paris and London passando per New York, rifiuti e stigmatizzi la provincia, l'italia, la mentalità del paesello fin quando un bel giorno si scopre che ti sei trasferito a vivere nel paesello più paese di qualche regione italiana. Ben venga se fosse un reale scelta di cambiamento magari non condita per anni dal disprezzo delle varie ridenti nel mondo, ma in realtà hai seguito il fidanzato che lavora lì, o hai  accettato un'offerta di lavoro arrivata dalla provincia e non da Venice Beach; ma ecco, qualunque sia la vera ragione e il tuo vero stato d'animo, per gli altri, per tutti tu hai riscoperto la tua anima bio, la natura è sempre stato il tuo sogno, una nuova dimensione "a misura d'uomo".
Io direi: sono finita male, si tratta solo di un passaggio.
Altri hastaggano violentemente il codice postale della nuova residenza.

Non parlo di chi riesce a dare una svolta ottimista e positiva a disavventure e disgrazie senza crogiolarsi nel vittimismo più lagnoso.
Parlo proprio di chi con maestria e anticipando i tempi, racconta balle mascherandole da riflessioni attente, da scelte consapevoli, da circostanze inevitabili.
Non subiscono mai, non prendono mai mazzate loro, ma semmai, le danno. La loro vita è comunque sempre okkei.
Un autoinganno ben congeniato in cui i dati di fatto modificati e distorti, a volte mistificati, regalano autostima e serenità.
E così si va avanti, autoinganno dopo autoinganno.
Chissà se poi, per dirla come avrebbe detto mia nonna, i nodi verranno al pettine.

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